Cari colleghi,
vi raggiungo in questa giornata in cui noi giornalisti festeggiamo il nostro patrono, san Francesco di Sales.
La situazione sanitaria anche quest’anno non ci permette di vivere insieme questa
importante ricorrenza, ma in questa occasione voglio comunque portarvi l’augurio che il Vescovo di Cremona, S. E. Mons. Antonio Napolioni, rivolge a tutti i giornalisti che vivono o operano sul territorio diocesano. Auguri che diventano un nuovo richiamo, da parte del Vescovo, al senso di responsabilità che la professione giornalistica sempre ci richiede, insieme anche al grazie per l’impegno profuso ogni giorno nella ricerca della verità e nel rispetto delle persone
attraverso il modo con il quale raccontiamo le notizie.
Come consuetudine, in questa circostanza è stato reso noto il messaggio del Santo Padre per la prossima Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, che nella sua 56a edizione si celebrerà
il 29 maggio p.v..
“Ascoltare con l’orecchio del cuore” è il tema che Papa Francesco ci propone quest’anno. Dopo che nel 2021 ci aveva invitato a riflettere sulla necessità di consumare le suole delle scarpe per “andare e vedere”, per scoprire da vicino la realtà in modo da poterla raccontare a partire dall’esperienza degli eventi e dall’incontro con le persone, quest’anno ci porta a soffermarci sull’ascoltare, quale “verbo decisivo nella grammatica della comunicazione e condizione di
autentico dialogo”.
Mi permetto, dunque, di allegare a questa breve lettera il messaggio del Papa, nel quale, usando le parole di Gesù ai suoi discepoli dopo la parabola del Seminatore, dice anche noi: “Fate attenzione dunque a come ascoltate” (Lc 8,18). Per non correre il rischio di avere orecchie, ma
non udito.
Nel suo messaggio il Papa ci ricorda con forza che “
L’ascoltare è dunque il primo indispensabile ingrediente del dialogo e della buona comunicazione. Non si comunica se non si è prima ascoltato e non si fa buon giornalismo senza la capacità di ascoltare. Per offrire un’informazione solida, equilibrata e completa è necessario aver ascoltato a lungo. Per raccontare un evento o descrivere una realtà in un reportage è essenziale aver saputo ascoltare, disposti anche a cambiare idea, a modificare le proprie ipotesi di partenza. Solo se si esce dal monologo, infatti, si può giungere a quella concordanza di voci che è garanzia di una vera comunicazione. Ascoltare più fonti, non fermarsi alla prima osteria – come insegnano gli esperti
del mestiere – assicura affidabilità e serietà alle informazioni che trasmettiamo”.
In questo tempo nel quale la Chiesa tutta è invitata a mettersi in ascolto per imparare ad essere una Chiesa sinodale, anche noi giornalisti siamo inviati a riscoprire l’ascolto come essenziale per una buona comunicazione. Proprio su questo aspetto vorrei potessimo soffermarci a riflettere insieme, auspicando di poterci incontrare, insieme anche al nostro Vescovo, la prossima primavera in un incontro che spero si possa realizzare in occasione della 56a Giornata mondiale
delle Comunicazioni sociali.
Rinnovando ancora, anche personalmente, gli auguri per una festa patronale piena di senso,
impegno e speranza, vi saluto cordialmente augurandoci buon lavoro.
Riccardo Mancabelli
direttore Ufficio per le comunicazioni sociali Diocesi di Cremona
In allegato anche il messaggio del Santo Padre Francesco per la 56ª Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali che si celebrerà il prossimo 29 maggio.
© Riproduzione riservata
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