Cari e care insegnanti, sono in pensione da un anno ma non ho smesso di occuparmi di scuola e soprattutto della libera espressione dei bambini.
Non vi dedicherò la famosa e abbondantemente utilizzata “Lettera agli insegnanti per il nuovo anno scolastico” scritta da Mario Lodi nel 2010. E’ molto bella ma credo possa essere apprezzata solo da chi ha già un’idea “militante” di scuola …. Altrimenti per molti sarebbe come ascoltare una bella favola che ti fa sentire meglio, ma che nessuno pensa possa essere la realtà della propria scuola quotidiana. Non vi parlerò nemmeno di pandemia, di distanziamento e di green pass.
Vi scriverò una mia lettera rifacendomi invece alla “Lettera aperta agli insegnanti “del 1995 di Lodi, contenuta nel libro Il paese sbagliato (1970 e 1995, Einaudi editore). Chiunque decida di intraprendere il cammino dell’insegnamento non dovrebbe tralasciare il contributo pedagogico di Mario Lodi. L’impegno sociale, la passione per l’insegnamento, nonché il suo “modo di fare scuola” lo hanno reso uno dei pedagogisti contemporanei più importanti degli ultimi cinquant’anni.
In questa lettera del 1995 Mario Lodi scrive «Questo momento storico ha bisogno di maestri nuovi, professionalmente e civilmente preparati, che assumano un ruolo propulsivo nel corpo della nostra società. (…) C’è stata la diffusione capillare della TV, proliferata in modo selvaggio senza un codice etico. E c’è stata la crisi di un sistema politico degenerato. A livello internazionale sono caduti muri e miti, con le relative ripercussioni politiche. Eppure io noto analogie fra il momento del dopo guerra e quello di oggi. Come allora...
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