"Auguri di 'Buon Anno' a tutti. La voglia di vivere senza limitazioni e paure è avvertita con molta forza da ciascuno di noi. Me compresa, lo confesso. Posso dire a tutti che questo non è un sogno, è una speranza possibile". È l'augurio che la dottoressa Annalisa Malara, l'anestesista cremonese che - insieme alla collega Laura Ricevuti - il 20 febbraio a Codogno ha scoperto il 'paziente 1' in Italia, ha rivolto ai lombardi e più in generale a tutti gli italiani dalla pagina Facebook di ?Lombardia Notizie Online', il quotidiano della Regione Lombardia.
"Una speranza possibile - ha spiegato Annalisa Malara - perché oggi possiamo realisticamente affermare che ci sono tanti elementi che ci fanno credere che questo ritorno alla vita normale avverrà presto. Sono però altrettanto convinta che, per di più, porteremo con noi tanti insegnamenti fondamentali che abbiamo appreso da questa terribile pandemia".
A proposito della grande voglia di tornare a vivere 'nella normalità', l'anestesista dell'ospedale di Codogno ha detto a 'Lombardia Notizie Online': "Vorrei ricordare l'importanza del vaccino. Io stessa mi vaccinerò il prima possibile. Vaccinatevi! È quello che oggi chiedo a tutti! E cercate di mantenere dei comportamenti attenti finché un numero congruo di persone non saranno vaccinate. Ma soprattutto non mollate mai la speranza di riuscire a battere questo virus. Perché abbiamo visto che è possibile".
Da novembre la dottoressa Malara è impegnata nell'Ospedale Fiera di Milano coordinato dal professor Nino Stocchetti, primario del Policlinico di Milano. "Ho voluto dire grazie, in modo concreto, per l'aiuto fondamentale che ci era stato dato a marzo e aprile negli ospedali di Lodi e Codogno, soprattutto da parte del personale sanitario di Milano. Senza l'aiuto di queste persone non saremmo mai riusciti a prenderci cura di un numero così elevato di pazienti". "È un'esperienza - ha concluso Annalisa Malara - che mi sta arricchendo . Ho la fortuna di poter lavorare con l'equipe del Policlinico di Milano, nella quale ho trovato professionisti eccezionali che mi hanno insegnato molto. Ma si tratta di una esperienza molto forte e formativa anche dal punto di vista personale e umano, perché riuscire a restituire l'aiuto fondamentale, che ci era stato dato in quel periodo drammatico, fa nascere e sviluppare sentimenti che arricchiscono moltissimo". (LNews)
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