Tre, quattro e cinque novembre sono le date da segnare in agenda per seguire gli workshop dedicati a docenti, studenti delle scuole secondarie, alle cooperative sociali e ai centri e alle società sportive della nostra provincia. Si tratta di incontri nell’ambito del progetto Alimentiamo il contagio positivo della conoscenza, promosso dal Comune di Cremona in collaborazione con l’EngageMinds HUB, il centro di ricerca dell’Università Cattolica focalizzato sulla psicologia dei consumi e dei comportamenti sia in campo sanitario che alimentare. Aumentare la consapevolezza sui meccanismi psicologici che sono alla base dei consumi alimentari e del modo con cui ci si informa in questo campo per ridurre il rischio di credere alle fake news e orientarsi verso consumi più salutari e sostenibili sono gli obiettivi dell’iniziativa.
«L’approccio al progetto è decisamente innovativo – ci spiega la professoressa Guendalina Graffigna, Ordinario di Psicologia dei consumi all’Università Cattolica di Cremona e direttore dell’EngageMinds HUB – perché non è basato su una semplice trasmissione di informazioni calate dall’alto. Al contrario, il processo formativo si configura come fortemente partecipativo e ambisce a generare una sensibilizzazione a cascata con la quale i “formandi” a loro volta diventino “formatori” e possano disseminare le competenze apprese presso le persone con cui sono in contatto. Si tratta dunque – prosegue Graffigna – di favorire un processo di apprendimento collaborativo attraverso la ricostruzione di un dialogo tra cittadini e scienziati sulla corretta alimentazione».
Tutto ciò tramite una serie di passaggi: diffondere cultura scientifica nei giovani e, a cascata, nelle famiglie e nella popolazione; creare uno spazio di dialogo tra cittadini e istituzioni; consegnare strumenti psicologici di engagement con i quali le persone possano incrementare il proprio grado di consapevolezza circa i processi di fruizione ed elaborazione delle informazioni sulla dieta e la salute, diventando essi stessi “testimoni” di buone pratiche di fruizione e gestione di queste informazioni.
«E’ un progetto che cade un momento cruciale – conclude la professoressa Graffigna. L’emergenza causata dall’epidemia da Covid-19 ha cambiato lo stile di vita e i consumi alimentari di moltissime persone. Non solo, in questa fase di crisi sanitaria si è accentuato, per vari motivi anche comprensibili, il fenomeno delle fake news in ambito alimentare e, più in generale, è aumentata la sfiducia nella ricerca scientifica e nelle istituzioni».
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