Caro Direttore,
siamo un gruppo di cittadini di Castelverde, che si è recentemente costituito a Nucleo Civico per la rinascita del nostro splendido paese.
Domandiamo uno spazio sulle pagine del vostro giornale, sempre attento nel riferire con imparzialità le notizie di cronac; e per questo auspichiamo che non passerete sotto silenzio la nostra accorata preoccupazione per la sorte del Centro Culturale Agorà, dove i nostri figli si erano abituati, negli anni scorsi, a trascorrere pomeriggi sereni dedicati alla lettura, allo studio, allo svago, fruendo dell'immenso patrimonio librario e mediatico ivi conservato.
Noi stessi, come adulti, ci recavamo sovente agli incontri di promozione alla lettura, agli spettacoli teatrali, alle proiezioni filmiche, ai concerti jazzistici... e a tutto quel florilegio di attività culturali che fremevano all'interno delle pareti dell'Auditorium Fabrizio de André, fiore all'occhiello del Centro Culturale, e vanto civico del nostro amato territorio padano.
Da circa tre anni, progressivamente, questa vitalità culturale è progressivamente scemata: gli eventi artistici sono diventati sempre meno frequenti e sempre più grossolani; gli acquisti dei libri si sono quasi azzerati e la qualità dei volumi si è notevolmente abbassata; il bibliotecario non è quasi mai presente; gli orari di apertura sono poco comodi, sia per noi genitori, sia per i nostri figli.
Ci siamo informati in altri paesi del territorio, e abbiamo appurato che nessuna biblioteca di pubblica lettura è aperta tutti i giorni al mattino, e soltanto tre ore, un giorno, al pomeriggio.
A nostro avviso si tratta di un orario poco ragionevole, dal momento che al mattino i ragazzi sono a scuola, tranne, forse, gli studenti universitari, che però non sono i principali utenti di questa biblioteca.
L'anomala organizzazione che abbiamo descritto - o disorganizzazione, ci verrebbe da dire - costringe spesso noi genitori a chiedere permessi al lavoro, per andare a prendere a prestito i volumi al mattino, che altrimenti i nostri figli, al pomeriggio, dovrebbero andare a cercare nelle biblioteche vicine, aperte in orari più ragionevoli: Casalbuttano, ad esempio, o Sesto o Cremona.
Molto spesso, inoltre, il bibiliotecario non è in servizio (per gravi ragioni familiari, ci hanno detto), per cui il Centro Culturale resta chiuso, oppure il bibliotecario viene sostituito da persone poco competenti, che non riescono a trovare i libri e a fare i prestiti.
Accade inoltre che sul sito del Comune risulti che la biblioteca è normalmente aperta, ma poi, giunti davanti al cancello, questo risulti chiuso; spesso senza neppure un avviso affisso per segnalare quanto tempo durerà il disservizio.
La scorsa settimana, per esempio, ci è capitato di leggere un cartello affisso da un dipendente, il quale, facendo ciò che sarebbe spettato ai suoi superiori, informava i "Cittadini che la Biblioteca, il giorno dopo, sarebbe stata chiusa" e che lui si sostituiva a loro nella cura di informare gli Utenti.
Comprenderà, caro Direttore, come cittadini attivi e responsabili non possano non sentirsi preoccupati davanti a questa situazione; e per ciò chiedano agli Amministratori e al Segretario Comunale di Castelverde come sia possibile che tutto questo accada in un paese ricco e progredito come quello in cui abbiamo la fortuna di abitare, senza che nessun Consigliere di Minoranza domandi spiegazioni in Consiglio o si preoccupi minamente del grave disagio causato ai Cittadini.
Nucleo Civico per la Rinascita di Castelverde
Maurizio Pingitore (portavoce)
© Riproduzione riservata
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