Ho sempre detto che il 23 ottobre sarebbe stato uguale al 21, con in mezzo il 22. Perchè per avviare la trattativa tra Regioni e Stato, con l’obiettivo, totalmente condivisibile, di ottenere il cosiddetto federalismo differenziato previsto dall’art. 116 della Costituzione, non era necessario indire un referendum il cui conto sarà pagato dai cittadini, ma sarebbe bastata una delibera del Consiglio regionale. Esattamente quell’atto formale che l’Emilia Romagna ha compiuto e che dovranno compiere anche Lombardia e Veneto per non azzerare il referendum. E non è un caso che il presidente della Regione Lombardia, dopo l’inutile manifestazione, abbia dichiarato di essere pronto a partecipare alla trattativa con il presidente della Regione Emilia Romagna. Bene. Perché prima non lo era? Ma, ripeto, per avviare un confronto con lo Stato non sarebbe stato necessario promuovere un referendum che, invece, aveva una valenza esclusivamente politica in vista delle prossime elezioni. E non era altresì necessario anche in ragione delle molteplici, concrete, aperture che il Governo ha rivolto alle Regioni proprio rispetto ai temi sollevati. Temi importanti...
Sen. Luciano Pizzetti
Sottosegretario di Stato
Presidenza del Consiglio
dei Ministri
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