COMMENTO
“In sintesi, il quadro che emerge dall’analisi congiunturale del manifatturiero conferma il consolidamento della ripresa per il 2015 ma ci evidenzia potenziali rischi che potrebbero derivare da una domanda mondiale meno dinamica e dai possibili effetti delle turbolenze dei mercati finanziari sull’economia reale – sostiene il Presidente della Camera di Commercio di Cremona Gian Domenico Auricchio - Questi elementi impongono una costante e reale attenzione alla competitività delle imprese cremonesi e un rafforzamento delle azioni da porre a servizio della crescita. Innovazione, internazionalizzazione, qualificazione delle risorse umane e sburocratizzazione sono le linee di azione su cui è necessario che il sistema camerale lombardo, assieme a Regione Lombardia ed al sistema associativo, concentri gli sforzi a supporto delle imprese per lo sviluppo del sistema economico locale. Un impegno che la Camera di Commercio di Cremona fa proprio, restituendo alle imprese e al territorio 1,5 milioni di euro, anche a fronte del taglio nel 2016 del 40% degli introiti derivanti dal diritto fisso.”
I dati sul comparto industriale manifatturiero cremonese del quarto trimestre 2015 sono concordi nell’intonazione positiva che contagia tutti gli indicatori, sia con riferimento al trimestre precedente che su base annua. Il risultato migliore è quello conseguito dagli ordinativi che, dato il loro carattere anticipatorio, pongono le basi per un ulteriore incremento produttivo nei prossimi mesi, ma anche il fatturato ed il livello produttivo continuano nel loro processo di crescita. Nonostante il ritmo molto contenuto, anche il numero degli addetti giunge alla sua quarta variazione positiva consecutiva. Anche sul fronte dell’artigianato si registrano variazioni complessivamente positive, ma di entità ampiamente inferiore e certamente non ancora in grado di dare una svolta decisiva al trend di un comparto in grave crisi da anni, tanto più se si considera che l’unico dato negativo è dato dalla flessione degli ordini che avrà sicuramente conseguenze nel brevissimo periodo.
AMMORTIZZATORI SOCIALI
Anche sul fronte della Cassa Integrazione Guadagni i dati rilevati sono soddisfacenti, anche se in leggera risalita, contrariamente a quanto risulta dalle informazioni provenienti da fonte INPS sulle ore autorizzate che proseguono il loro trend decrescente e, con 307 mila ore, calano sia rispetto al terzo trimestre (-10%) che rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-82%), stabilizzandosi ben al di sotto della media trimestrale degli anni più recenti, calcolata attorno a 1,38 milioni di ore. Le rilevazioni dell’indagine Unioncamere, riferite alle ore effettivamente utilizzate, si riferiscono solo alla gestione ordinaria, con dati in lieve ripresa (0,8% del monte ore complessivo). Parallelamente, ha fatto ricorso alla Cassa Integrazione un numero di imprese leggermente superiore rispetto al terzo trimestre dall’anno, cioè il 10,2% del totale, contro il precedente 6,1%. Anche nell’intera regione si riscontra una lieve ripresa dei ricorsi alla Cassa Integrazione: la percentuale di imprese interessate è stata del 14,6% e le ore utilizzate hanno costituito il 2,1% del monte ore totale.
PRODUZIONE INDUSTRIALE
Nel confronto con le altre province lombarde, il dato congiunturale sulla produzione industriale (+1,5%), colloca Cremona al primo posto della graduatoria regionale, dove sostanzialmente solo Mantova si trova ancora in area negativa. La stessa posizione di primissimo piano della nostra provincia la si riscontra anche con riferimento al dato su base annua: il +4,8% della provincia di Cremona è seguito dal 3,9% di Monza e dal 3,4% di Lodi, solo Como e Mantova presentano ancora un segno negativo, ma di minima entità.
Il quadro provinciale dei confronti con lo stesso periodo dell’anno precedente è allineato a quello congiunturale e ne amplifica le variazioni, sottolineando la tendenza al miglioramento. Rispetto al quarto trimestre 2014, il livello della produzione si colloca appena sotto i cinque punti percentuali (+4,8%), raddoppiando il tasso di tre mesi prima e mantenendosi ben al di sopra del +1,9% della Lombardia. Anche il fatturato a prezzi correnti è in evidente aumento su base annua (+3,6%) e accelera la propria dinamica, supportato dall’analogo trend riscontrato in regione. Gli ordinativi, con un ottimo 7,9% proseguono la loro crescita progressiva alla quale contribuiscono in misura pressoché uguale entrambe le componenti, nazionale ed estera. Inoltre l’entità dell’aumento degli indicatori cremonesi della domanda non ha eguali in regione, dove cresce mediamente solo dell’1,4%. Il numero degli addetti, dopo più di quattro anni consecutivi di crescita tendenziale negativa, risulta attualmente superiore a quello di un anno fa, evidenziando una variazione positiva dello 0,8%. Il dato cremonese è avallato da quello lombardo che torna in territorio positivo (+1,1%), per la prima volta dal lontano ottobre del 2007.
SETTORI
A livello settoriale si riscontrano andamenti produttivi tendenziali positivi per tutte le principali attività tra le quali risalta la performace della siderurgia - la cui dinamica fortemente in crescita è confermata anche a livello regionale - seguita dal +4% del comparto dei minerali non metalliferi che, dopo anni di sofferenza, potrebbe significare una ripresa dell’importante settore dell’edilizia, ripresa non confermata però dal dato lombardo che rimane ampiamente negativo (-4,3%). Anche gli altri due settori economici principali dell’industria cremonese presentano variazioni produttive annue positive, con la meccanica che registra un + 2% e l’alimentare un +1%.
Dati in miglioramento provengono anche dalla distribuzione delle imprese in base alla variazione della produzione conseguita nell’ultimo anno. A fine dicembre 2015, la percentuale sul totale delle aziende ancora in crisi, si riduce dal 38 al 33%, mentre sale dal 50 al 51% la quota di quelle in crescita tendenziale.
ASPETTATIVE
Le aspettative per il prossimo trimestre, come già successo nella rilevazione del trimestre estivo e come altre poche volte nel corso degli ultimi anni, vedono prevalere gli ottimisti in tutti e quattro i principali indicatori. La prevalenza è molto ampia (superiore ai 15 punti percentuali) sia riguardo alla domanda estera che all’andamento della produzione, mentre è assai più prudente (attorno al 5%) relativamente agli ordini provenienti dal mercato nazionale (2%) ed al numero di addetti impiegati. Rispetto all’indagine del trimestre precedente, migliorano le aspettative relative alla domanda interna ed al livello produttivo, peggiorano invece quelle riguardo all’occupazione ed alle esportazioni.
ARTIGIANATO
Nel comparto dell’artigianato produttivo, i dati congiunturali - produzione (+1%), fatturato (+0,7), occupazione +0,2% - possono essere interpretati come segnali di una possibile svolta dopo la grave crisi che ha colpito il comparto ormai da anni e la stagnazione che ne ha caratterizzato gli ultimi periodi. La presenza del segno negativo per gli ordinativi (-0,5%) induce però alla prudenza.
I dati tendenziali sono coerenti con il quadro congiunturale e alle indicazioni positive di produzione e fatturato, rispettivamente al +2,9 ed al +2,1%, si contrappongono i dati negativi relativi alla domanda che perde l’1,1% e all’andamento dell’occupazione, in calo dello 0,5%.
La distribuzione delle imprese in base ai risultati ottenuti negli ultimi dodici mesi, conferma uno scenario in crescita e mostra un quadro strutturale in deciso miglioramento: cresce dal 44% al 46% del totale la quota delle aziende che producono di più rispetto all’anno prima, mentre scendono notevolmente - dal 28 al 21%- quelle che invece sono ancora al di sotto del livello raggiunto alla fine dell’anno 2014.
A gettare più di un ombra sull’andamento dell’artigianato nei prossimi mesi, sono però i giudizi espressi dagli stessi imprenditori sulle prospettive a breve termine. A parte il numero degli addetti che non dovrebbe risentire degli effetti del peggioramento atteso del quadro generale, per gli altri tre indicatori si constata una prevalenza, neppure tanto contenuta visto che si concentra appena al di sotto dei dieci punti percentuali, dei pessimisti. A diminuire drasticamente nelle previsioni degli artigiani cremonesi, saranno soprattutto il livello produttivo e quello delle commesse dal mercato interno.
In occasione dell’indagine relativa all’ultimo trimestre dell’anno si ha la possibilità di estendere la valutazione congiunturale all’intera annualità, ottenendo informazioni che spaziano su un orizzonte temporale più vasto. I dati medi relativi al 2015 sono tutti positivi, ma di entità inferiore: la produzione industriale è cresciuta mediamente dell’1%, generando utili in aumento della stessa percentuale, mentre il livello degli ordini si è incrementato ad un tasso doppio. Scarso è stato l’impatto di questi dati sul livello occupazionale, che si è mantenuto stabile.
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