Dal 2008 al 2013 le imprese di trasporto nella provincia di Cremona sono diminuite da 832 a 598 con la conseguente riduzione di oltre 300 posti di lavoro nella filiera dell'autotrasporto e logistica. Accogliamo positivamente l'iniziativa della Prefettura di Cremona per la costruzione di un protocollo d'intesa per la sicurezza e la legalità nel settore perchè molte di queste chiusure non sono dovute semplicemente alla crisi generale, ma sono spesso causate dall'uso indiscriminato di pratiche di sfruttamento o ricorso a personale somministrato che "permanentemente in Italia, viene pagato con riferimento agli standard della nazione di provenienza".
Qualche esempio ci aiuta a capire perchè il costo lavoro e il dumping sociale sono una delle grandi cause dell'attuale grave crisi di settore. Sono 197.000 i posti di lavoro persi nella filiera del settore autotrasporti in Italia dal 2008 al 2013 e sono 10,4 miliardi di euro riferiti ai mancati introiti per l'Erario italiano considerando accise sui carburanti, Ipt, Irap e Ires. Ma il dato più preoccupante è il costo medio autista che in Italia è di 60.200,00 euro , contro i 31.200,00 medi UE e i 26.000,00 dell'Est Europa. (fonte UNRAE)
Ma l'aspetto assurdo è quando confrontiamo i costi orari degli autisti: un'ora di lavoro può costare tra i 3,8 euro della Bulgaria, i 40,3 euro della Danimarca e gli oltre 50 euro della Norvegia mentre nel 2014, il costo medio orario del lavoro è stato stimato in € 24,6 nell'Unione europea (EU) e € 29,2 nella zona euro.
Però il più basso costo orario del lavoro è stato registrato in Bulgaria (€ 3,8), Romania (4,6 €), Lituania (6,5 €) e Lettonia (6,6 €) mentre il più alto in Danimarca (40,3 €), Belgio (39,1 €), Svezia (37,4 €) e Lussemburgo (35,9 €).
In Italia un'ora di lavoro costa mediamente a un'impresa 28,3 euro. Come è possibile competere? CNAFita denuncia tutto ciò da almeno tre anni: c'è la circolare che vieta il dumping sociale ma ci sono pochi controlli. I problemi non si risolvono solo con circolari e comunicati. Questo primo passo con l'avvio del protocollo d'intesa con la Prefettura è un buon sintomo. Auspichiamo che tutti quanti, associazioni, sindacati e la politica si confronti sulla sostanza delle cose da fare per combattere questa piaga che rischia di affondare l'autotrasporto.
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