Proseguirà fino a dicembre nella suggestiva cornice dell’ex chiesa di “San Carlo” a Cremona (via Bissolati, 33) “And Rose”, la mostra personale di Monica Bonvicini. Con la sua proposta concettuale e provocatoria, Bonvicini continua a spingere i confini del fare arte, interrogando il ruolo del potere, dello spazio e del corpo all’interno delle nostre società.

Bonvicini, come ha sfruttato il contesto della chiesa sconsacrata di San Carlo per creare “And Rose”?
«L’architettura della chiesa sconsacrata di San Carlo ha offerto una cornice ricca di significato per “And Rose”, in cui storia e sacralità dialogano con la monumentalità delle sculture. Le catene in acciaio galvanizzato delle altalene, sospese nella navata, creano una tensione visiva tra l’estetica industriale e la spiritualità dello spazio. Questo contrasto riflette il mio interesse per le dinamiche di potere che abitano gli spazi architettonici e come tali relazioni si rivelino anche in ambienti un tempo sacri, ora desacralizzati».

Il titolo “And Rose” suggerisce molteplici letture. C’è un legame tra il simbolismo della rosa e le tematiche di potere e genere che esplora nel suo lavoro?
«Il titolo “And Rose” suggerisce una molteplicità di significati, legati al ciclo della vita, della morte e della trasformazione. La rosa, spesso associata alla bellezza e alla femminilità, nasconde anche aspetti di vulnerabilità e resistenza, temi centrali nel mio lavoro....


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Paola Silvia Dolci

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