L'intervista - Il professor Fabio Antoldi spiega come l'Università Cattolica gestisce le lezioni da remoto con strumenti hi-tech: «Molto di quello che stiamo sperimentando resterà, ma l'incontro con la persona non verrà mai meno»
L’aggravarsi dell’emergenza sanitaria ha indotto anche l’Università Cattolica a passare nuovamente alla didattica a distanza che, ora, rappresenta l’unica modalità di seguire le lezioni per tutti gli studenti. Un approccio che l’ateneo aveva già introdotto, come integrazione ai corsi in presenza, ben prima della crisi generata dal coronavirus. Ma dallo scorso mese di marzo questo processo è stato implementato e potenziato e rimarrà anche a emergenza finita. Ne abbiamo parliamo con Fabio Antoldi, professore ordinario di Strategia Aziendale e di Imprenditorialità presso la Facoltà di Economia e Giurisprudenza e direttore del CERSI, che abbiamo seguito durante una di queste lezioni a distanza, collegato con i suoi studenti. Con lui, abbiamo riflettuto sul presente e sul futuro dei tanti cambiamenti introdotti dalla pandemia. «Da un punto di vista dell’impatto - spiega il docente - tutto sta procedendo regolarmente perchè già prima dell’emergenza c’era una parte di studenti che si collega con l’aula per seguire le lezioni. Noi continuiamo a fare in diretta le lezioni e interagiamo anche con loro. Venerdì (il 6 novembre, nda), ad esempio, ho fatto una prova intermedia. Li abbiamo collegati tutti con le telecamere, gli ho somministrato un test e hanno avuto la possibilità di vedere subito i risultati...
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00:00|November 16, 2020